Colon irritabile: e se fosse colpa del lattosio?
In alcuni di noi, lo zucchero del latte può scatenare gas, gonfiore e diarrea. Per ritrovare l’equilibrio, spesso basta modificare le abitudini alimentari
Il lattosio tra le possibili cause della sindrome del colon irritabile
Seguiamo un’alimentazione equilibrata, facciamo una regolare attività fisica, viviamo un periodo sereno e appagante, eppure… passiamo la giornata a correre in bagno e siamo in preda a continui dolori alla pancia. Com’è possibile? Semplice: una delle cause dirette del colon irritabile potrebbe essere un’intolleranza alimentare, ad esempio al lattosio.
Il lattosio è il principale zucchero del latte (di mucca, di pecora e di capra). Per essere digerito deve essere diviso in due componenti ma, per questo, è necessario l’intervento di un enzima specifico che si chiama lattasi. Se siamo intolleranti al lattosio o non possediamo questo enzima o lo produciamo in quantità limitata. Così, lo zucchero arriva intatto fino alla parte finale dell’intestino, ma non viene assorbito. E si formano gas e acidi che provocano pancia gonfia, dolori e diarrea.
Prima di arrenderci al mal di pancia facciamo un salto dal medico: sarà lui a consigliarci il test migliore per scovare un’eventuale intolleranza al lattosio.
Nel caso in cui l’intolleranza sia verificata, gli esperti consigliano qualche mese di dieta, in cui si escludono i cibi incriminati in modo da “depurare” l’organismo. Qui ci danno una mano le nuove normative europee, che impongono l’obbligo di indicare sull’etichetta dei prodotti alimentari alcuni specifici ingredienti e i loro derivati: tra questi, c’è il latte.
Banditi dunque latte, yogurt e latticini freschi (caprini, crescenza, mozzarella, robiola, ricotta). Anche alcuni tipi di pane, sostituti del pane (crackers, grissini), brioches, biscotti e dolci possono contenere lattosio. Tra gli alimenti insospettabili ci sono gli insaccati: qui il latte è usato come addensante. Cerchiamo di evitare anche la frutta troppo matura: tende a fermentare nell’intestino e ad aumentare il gonfiore.
Ok invece, ma in modeste quantità, ai formaggi a pasta dura (parmigiano, pecorino) e ad alcuni a pasta morbida (taleggio, gorgonzola, fontina): non contengono lattosio perchè stagionati.
Dopo questo periodo di dieta, sempre con l’aiuto del medico reintrodurremo gradualmente gli alimenti eliminati: saremo noi a scoprire quali quantità di latte o latticini siamo in grado di tollerare, aumentando lentamente noi stessi le porzioni! Nella maggior parte dei casi, i disturbi scompariranno e si potranno riportare a tavola porzioni moderate di latticini (250 ml di latte al giorno). Se, invece, i sintomi persisteranno – e i cibi con lattosio diventeranno definitivamente proibiti – bisognerà cominciare ad assumere integratori per supplire alla carenza di calcio e vitamina B2.
ATTENZIONE: diversa dall’intolleranza al lattosio (che è data dalla difficoltà a digerirlo e comunque provoca sintomi lievi) è l’allergia, che è una reazione del nostro sistema di difesa alle proteine del latte. Qui le reazioni possono essere talmente importanti da mettere in pericolo la vita! Chi è allergico deve assolutamente evitare di mangiare alimenti che contengano il latte.
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A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.