Pubalgia: una delle cause più frequenti è il conflitto femoro-acetabolare
La multi-fattorialità e la conseguente presenza di più disfuzioni anatomiche ha completamente modificato il percorso di diagnosi e cura, che prevede un approccio multidisciplinare.
Pubalgia e conflitto femoro-acetabolare: una relazione molto stretta.
Il sintomo pubalgia usato in passato è ormai stato sostituito dal termine groin pain syndrome (gp). I pazienti che soffrono di gp presentano infatti una serie di segni e sintomi che trovano molteplici meccanismi etiopatogenetici, i quali concorrono tutti all’insorgenza della patologia.
Il conflitto femoro-acetabolare è considerato una causa piuttosto frequente di dolore all'inguine. Questo termine è utilizzato per descrivere due anomalie strutturali nella morfologia ossea:
- Il conflitto di tipo “cam”: determinato da una deformazione della testa femorale che provoca un conflitto con la cavità acetabolare. Questa patologia causa, nel tempo, uno scollamento della cartilagine (flap condrali) con conseguente condropatia (sofferenza del tessuto cartilagineo);
- Il conflitto di tipo “pincer”: determinato da una eccessiva copertura dell’acetabolo. Anche in questo caso l’arco del movimento è diminuito. La condropatia in questo caso si instaura sul versante postero-inferiore e nella porzione centrale dell’acetabolo.
Esiste inoltre un tipo di conflitto misto, che presenta entrambe le disfunzioni sopra descritte.
Nei casi di pubalgia, la presenza di queste anomalie dell’anca è considerevolmente alta; quindi questa patologia può essere considerata un fattore predisponente per lo sviluppo di infortuni sportivi. Il dolore si avverte generalmente nella regione inguinale, ma molti pazienti riscontrano dolore al fianco, nella coscia, nel gluteo o nelle regioni lombari.
Nel momento in cui si verificano i primi sintomi causati dal conflitto di tipo “cam”, la cartilagine acetabolare è molto spesso già danneggiata. Nel conflitto di tipo “pincer” invece il dolore si verifica prima, e permette generalmente una diagnosi precoce. In ogni caso, comunque, i possibili test diagnostici devono sempre essere confermati attraverso una accurata valutazione radiologica.
Le recenti scoperte ottenute con le tecniche artroscopiche, in particolare con strumenti dedicati e l’affinamento dei gesti chirurgici, hanno permesso di trattare questo problema in modo meno invasivo rispetto alla decompressione a cielo aperto. L’artroscopia d’anca presenta molti vantaggi e può essere eseguita con una sola notte di ricovero:
- Riduce la morbidità legata alle cicatrici;
- Evita la lussazione, permettendo quindi un recupero più rapido ed elimina il rischio di fratture;
- Infine, le strutture capsulo-legamentose sono meno sollecitate e quindi diminuisce il rischio di instabilità post operatoria.
L’identificazione di questa patologia è piuttosto impegnativa, e i sintomi sono spesso confusi con altre cause di problemi all’anca. Una valutazione completa di tutte le possibili cause di dolore nella zona inguinale è quindi fondamentale, permettendo una diagnosi differenziale puntuale e una soluzione mirata. Nei casi in cui la diagnosi avviene tempestivamente ed danno cartilagineo non è ancora presente, i pazienti che hanno subito un intervento di artroscopia d’anca per un conflitto femoro-acetabolare sono tendenzialmente in grado di tornare all’attività sportiva nell’arco di 4-5 mesi.